Parto sempre dall'etimologia delle parole. Il significato di archetipo è “primo esemplare assoluto e autonomo. È un modello, forma, matrice. Essenza delle cose sensibili“.
Per Jung è l’immagine primordiale contenuta nell’inconscio collettivo, la quale riunisce le esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette, costituendo gli elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni.

Ho pensato ad un archetipo per eccellenza: il DNA. Le molecole che ho disegnato sono quelle delle basi azotate del DNA: adenina, guanina, citosina, timina. Le ho abbinate a ritratti particolari: 2 rugbisti famosi, un'amica che è una donna formidabile... e un'altra figura femminile enigmatica.

Le opere ritraggono in primo piano i soggetti con la testa eretta, come un emblema potente di forza e determinazione. La formula delle basi azotate del DNA è un dettaglio che collega l'uomo alle radici primordiali della vita stessa. Cerco l’umano, l’umanità quotidiana, ma anche il mezzo per andare oltre la cortina dell’umano.

Una rappresentazione artistica che mette in luce l'interconnessione intrinseca tra l'evoluzione biologica e le capacità di realizzazione umana.
Le persone e le loro relazioni col mondo sono fatte di composti chimici, c’è un'interazione segreta che ci tiene legati. A volte è evidente… a volte si rompe, esplode e modifica la persona e le relazioni.